'Echi dalle Terre Alte', siamo sul libro!

'Echi dalle Terre Alte', siamo sul libro!

Devo essere sincera, fino a Novembre dello scorso anno, non conoscevo Cinzia. Cinzia è una scrittrice, ha un blog, e ha cominciato a scrivere di storie di montagna in seguito alla pandemia, evento che per molti è stato un risveglio, per altri un grido interno: ‘insegui i tuoi sogni, non a tutti è concesso il lusso di poterlo fare’.

Quando mi ha contattata ero incuriosita, anche io ho avuto un blog che era nato con lo stesso obbiettivo, raccontare di montagna, di genti ed eventi. ‘Rebeccainthemountains.com’ però non è mai veramente decollato, complici altre opportunità che hanno incrociato il mio cammino. Così ero ancora più curiosa di conoscere Cinzia Dutto Fanny (la trovate su Intagram), perché ce l’aveva fatta ed era addirittura riuscita ad ottenere una sua rubrica ‘Storie di montagna’ sul giornale online locale.

Cinzia mi aveva scoperta grazie ai social, la notizia di apertura di un e-commerce a 1800 metri aveva fatto il giro della Valle. Le risposi subito che ero andata a sbirciare i suoi articoli, che erano semplici, chiari, e che raccontando di gente che sceglie le montagne, dava speranza a chi voleva intraprendere questa scelta. Mi piaceva, ovviamente anch’io volevo farne parte.

Il nostro primo incontro, quello in cui mi avrebbe intervistata, non è stato facile da organizzare. Cinzia mi aveva contattata poco prima che partissi per le ferie in Perù. Ha così dovuto attendere il mio ritorno. Una volta tornata le scrissi: ‘sono tornata, ma voglio aspettare l’arrivo della neve’. Volevo infatti riservare a Cinzia, per la nostra intervista, un’ambientazione speciale, ovvero Le Marmotte avvolte da una coltre innevata, e si sa, di questi ultimi tempi la neve è un fattore su cui non si può fare troppo affidamento. Ad inizio Dicembre la neve arriva, ma troppa poca per raggiungere la baita con la seggiovia: ‘guarda Cinzia, se vuoi andiamo, ma dobbiamo salire a piedi, oppure aspettiamo nella speranza che nevichi ancora’. Credo che a un certo punto Cinzia mi abbia presa per pazza, perché continuavo a rimandare in nome di una nevicata che avrebbe potuto sopraggiungere, oppure anche no.

A metà Dicembre finalmente arriva il tanto atteso oro bianco. La contatto subito e fissiamo il giorno, le raccomando: ‘Cinzia, vestiti bene, andrai su in seggiovia e fa freddo!’. Nulla sembra intimorirla: ‘Stai tranquilla, ho raggiunto borgate ben più inarrivabili della tua baita!’. Questa donna mi piace perché non sembra tirarsi indietro davanti a nulla.

La mattina del 19 Dicembre eccola finalmente, ci stringiamo la mano sul piazzale di partenza degli impianti di Limone 1400. Le spiego che, caricata la motoslitta, possiamo partire. Cinzia sembra rapita da questo gioco di squadra dello staff della baita: con una catena umana, ad uno ad uno carichiamo i cartoni sulla motoslitta, avvolgiamo il tutto sotto un telo di rafia, assicuriamo il tutto con le corde ai ganci, e la motoslitta è pronta a partire con il prezioso carico di prodotti freschi. Per me è quotidianità ma mi rendo conto che non a tutti può sembrare normale incordare come un arrosto il traino di una motoslitta, mettersi la tuta da sci e caricare gli sci in spalla per andare a lavoro. A Cinzia spiego che tutto questo mi piace, è fuori dall’ordinario ed il freddo mantiene giovani, strappandole una risata. Ci avviamo verso la seggiovia e……sorpresa!! C’è vento in quota, la seggiovia non apre.

Sono dispiaciuta di averla fatta venire fin quassù e di lasciarla con un pugno di neve così le propongo: ‘Cinzia, ti va di salire ma…in motoslitta?’. E lei: ‘scherzi?!? Mi va eccome, pensa quando lo racconterò, questa esperienza si fa via via più interessante!’. I posti sulla motoslitta sono due: uno per mio padre, che la guida, ed uno per Cinzia. Io devo stare fuori. Lego il cordino da traino: una semplice corda con un bastone all’estremità che serve da impugnatura. Con gli sci ai piedi, la motoslitta mi tira in salita, un espediente per allenare braccia e spalle. Durante il tragitto, Cinzia non riesce a smettere di fare foto e video, nonostante ogni volta togliere il guanto sia un sacrificio che ti lascia la mano ghiacciata.

 

Arriviamo alle Marmotte, mi cambio mentre mio padre accende il caminetto. Cinzia rimane in sala a bocca aperta, ad ammirare tutti gli oggetti appesi alle travi del tetto, pezzi di vita di mio padre, del suo passato come agricoltore ed allevatore in montagna. Ed è subito da lì che partiamo, dalla famiglia e dalla mia scelta di tornare da Torino per aiutare nella baita di famiglia, Le Marmotte. La nostra chiacchierata si svolge davanti al caminetto, nella più totale pace: la seggiovia è rimasta chiusa e non ci sono avventori nel locale, abbiamo tutta la baita per noi. Un buon tè a scaldarci le mani dal gelo della motoslitta, le mie torte e biscotti a scaldarci il cuore. L’intervista si trasforma fin da subito in una chiacchierata tra donne: le paure, le fatiche, i sacrifici, le soddisfazioni e gli sfizi. Mentre mi racconto, Cinzia si ritrova in molte delle mie scelte. Anche lei aveva scelto la montagna, con un’attività tutta sua, salvo poi dover ripiegare su un lavoro in fabbrica, per avere qualcosa di sicuro. E’ colpita da Dislivello, un e-commerce nato proprio per affrontare le criticità della montagna e dei flussi stagionali, un segnale, per dare speranza ai giovani e alle famiglie che vorrebbero fare una scelta diversa. Cinzia è una cacciatrice di questo tipo di storie: rivincite, ritorni, scelte che guardano in alto.

Le ore scorrono veloci, il vento fuori si placa, nel giro di poco tempo la seggiovia riapre e cominciano ad arrivare i primi clienti, reclamano la loro fetta di torta.

È il momento di salutarci, devo ritornare ad impastare e Cinzia deve tornare a valle. Ma come? Con i pattini? Con gli sci? O con il bob? Anche questa è un'altra avventura, ma non vi voglio svelare tutto: andatela a cercare su Instagram https://www.instagram.com/cinzia_dutto_fanny/ e chiedeteglielo direttamente, spulciate nei suoi post e sul suo blog cinziadutto.com a caccia di storie di vita in montagna.

La storia poteva finire qua, ma non è così! Cinzia è una donna piena di risorse e ti stupisce sempre! Qualche mese più tardi mi scrive per annunciarmi che il suo blog, le sue storie, sono diventate un libro e che la mia storia è stata selezionata per entrare a far parte delle pagine di ‘Echi dalle Terre Alte, vite del popolo silenzioso delle montagne’. Questa creazione è uno scrigno di storie, di ispirazione e di redenzione. Un vademecum per chi si avvicina alla montagna, per comprenderne le persone e i tempi. Un indice di speranza: si può vivere del frutto delle proprie scelte, purché siano coltivate con amore, passione e dedizione.

Il libro di Cinzia lo potete trovare all’interno della nostra proposta natalizia, un regalo che contiene tanta dolcezza ed un supporto concreto ad una piccola realtà alpina. L’opzione ‘Libro’ del pacco Dislivello di Natale contiene: una crostata pere e cioccolato (la nostra frolla di meliga avvolge uno strato di pere e pepite di cioccolato, il tutto racchiuso da un crumble al cacao), i biscotti di meliga, ed il libro di Cinzia. La proposta natalizia è in prevendita fino al 20/12 al prezzo speciale di 34,90 euro. Info: 3898925678 (scrivici direttamente cliccando il link).

P.S: Cinzia ha già pubblicato il suo secondo libro: ‘Montagne da vivere, viaggio tra i montanari delle terre alte’. Nel caso in cui la persona a cui fate il regalo Dislivello avesse già il primo, possiamo inserire la nuova uscita all’interno del pacco!

 

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